Sono affermazioni che sento fare spesso quelle del tipo “facciamo un po’ di seo”, “aggiustiamo la seo”, “miglioriamo un po’ la seo”. Quanto e quando è utile agire in questo modo? Ne parlo in questo articolo.
Migliorare la SEO di un sito web
Sicuramente è utile intervenire su un progetto per migliorare alcuni aspetti della SEO che risultano assenti, carenti o passibili di miglioramento. Anzi, in certi casi, bastano piccole modifiche per avere grandi riscontri in termini di posizionamento.
Da qui a dire che in un progetto è sufficiente “aggiustare la SEO ogni tanto” ce ne passa. Innanzitutto esistono progetti e progetti, cambiano i contesti di riferimento e gli obiettivi di business.
“L’aggiustatina” alla SEO ha tanto più senso quanto più questa è integrata in una strategia SEO e di web marketing in generale.
Ottimizzare la SEO on page
Detto ciò la famosa “aggiustatina alla SEO” non è cosa negativa, il più delle volte rappresenta il primo passo verso la consapevolezza: in un progetto in cui non si è tenuto conto degli aspetti di ottimizzazione per il posizionamento delle pagine, si inizia a ragionare su come migliorarle.
Il web è pieno di guide che ti dicono come migliorare la SEO di una pagina:
- intervenire su Title e Description
- migliorare il copy
- ottimizzare il codice
- ottimizzare le immagini (peso e attributi)
- migliorare la link interna
- etc.
Se hai già fatto tutte queste cose, sei intervenuto sugli elementi SEO di base di una pagina.
Ottimizzazione SEO di un progetto
Il dubbio che dovrebbe sorgere è: “ma le keywords di riferimento per cui ho ottimizzato (o sovraottimizzato) la pagina, rispondono all’intento di ricerca che volevo intercettare?”.
Più semplicemente: i termini che ho utilizzato nella mia azione di miglioramento della SEO, sono quelli che gli utenti utilizzano davvero? Sono quelli che usano con maggior frequenza? Sono quelli per i quali le mie pagine rappresentano davvero una risposta utile? La migliore? Quelli che mi aiuteranno a fare inbound o a convertire un utente in cliente?
Nella corsa alla “SEO a tutti i costi”, capita che le persone si fissino su una keyword da 10.000 ricerche mese perché “fa più volume”, ma non è detto che il posizionamento per quella query sia davvero la scelta migliore per il mio progetto.
Non solo, può succedere di strutturare una categoria di un e-commerce per BRAND + TIPOLOGIA DI PRODOTTO anziché BRAND + DESTINAZIONE D’USO (o viceversa), senza aver tenuto conto di quale fosse la combinazione migliore (dove migliore è sempre in relazione a: obiettivi di business, obiettivi del sito web, budget e contesto).
È ovvio che per ogni singolo caso si aprono un’infinità di “se, ma, dipende”.
La SEO è uno dei canali del marketing digitale, e come tale rientra in una strategia più ampia: il sito fa remarketing? Lead nurturing? Ha un blog? Questi sono solo alcuni degli aspetti che ci fanno decidere “quale porzione di traffico è utile per che cosa”.
L’obiettivo di questa digressione non è individuare la strategia migliore per il singolo caso, né insegnare “come aggiustare la SEO”, piuttosto è comprendere quanto
l’utilità di una “aggiustatina” sia tanto più efficace e utile, quanto più venga fatta in un contesto già strutturato in ottica SEO.
L’ottimizzazione SEO (di una pagina e di un sito web) parte da molto molto prima della messa online, inizia con l’analisi iniziale (SEO Audit) e con una buona (e ancora tanto cara) keywords research, che potremmo declinare in “intent research”.
Per questo, forse, è meglio fermarsi un attimino prima di iniziare a ottimizzare gli aspetti on page, individuare con chiarezza cosa risponde meglio ai propri obiettivi e, solo dopo, ottimizzare… e se proprio lo si vuole, perché no?! Partire proprio con un’aggiustatina.